I CARTONI ANIMATI SONO STATI PER DECENNI IL MIGLIOR VEICOLO DI PROMOZIONI DEI GIOCATTOLI. ECCONE ALCUNI TRA QUELLI A CUI NON PENSI IMMEDIATAMENTE
I pomeriggi della nostra infanzia passati a guardare i cartoni animati rimarranno sempre impressi nella memoria. Grazie a quell’intrattenimento riuscivamo a viaggiare con la fantasia e, con grande probabilità, continuavamo le avventure delle serie animate con i giocattoli dei personaggi protagonisti.
È proprio su quest’ultimo punto che è bene soffermarsi: quello che da bambini ci sembrava uno slot televisivo che ospitava cartoni animati e pubblicità di giocattoli, infatti, era in svariati casi un lungo, lunghissimo spot pubblicitario.
Diventando adulti vi sarete sicuramente resi conto che alcuni dei cartoon che guardavate, anche quelli di qualità, non erano altro che iniziative di marketing per alimentare la vendita di action figure e altri tipi di balocchi.
Questo tipo di strategia markettara continua anche ai giorni nostri e rimane sicuramente efficace per fare presa sulla mente dei più piccoli.
In vista della prossima edizione di Borsa Scambio, fiera dedicata ai giochi vintage di ogni tipo, vorremmo riscoprire (o scoprire) con voi alcune delle serie animate meno blasonate che hanno seguito questa logica nella loro realizzazione.
Siete pronti per questo viaggio nel passato?
Hot Wheels
Ebbene sì, anche le automobiline di casa Mattel più famose al mondo avevano una serie animata promozionale. Il cartone animato, mai andato in onda in Italia, ha la particolarità di essere uno dei primissimi esempi di marketing per i più piccoli attraverso questo medium.
La serie narra la storia dello studente delle superiori Jack “Rabbit” Wheeler, che gestisce l’ “Hot Wheels Racing Club” e che gareggia in auto contro avversari molto agguerriti.
Lo show, trasmesso in 2 stagioni tra il 1969 e il 1971, viene cancellato dopo solo 17 episodi in seguito ad un provvedimento della Federal Trade Commission, che lo definisce “una pubblicità di mezz’ora” piuttosto che un prodotto di intrattenimento. Negli anni ’80 si assiste a una deregulation governativa in termini di iniziative di questo tipo volte alla vendita e quindi fioriscono sempre più cartoni animati promozionali.
Street Sharks
“Quattro pinne all’orizzonteeee!”
Se sei stato un bambino negli anni ’90 avrai sentito almeno una volta la sigla di questo cartone animato, basato sulle omonime action figure “Street Sharks”.
Il mondo narrativo di questo franchise, palesemente ispirato alle Tartarughe Ninja, vede protagonisti quattro giovani fratelli che, dopo essere diventati degli squali antropomorfi, uniscono le forze per combattere il malvagio dottor Paradigm e recuperare le loro sembianze umane.
La serie è suddivisa in 3 stagioni e consta di 40 episodi. Le figure prodotte dalla Mattel, una volta finiti gli anni ’90, cadono nel dimenticatoio ma rimangono nel cuore dei collezionisti. Buona parte di questo merito va sicuramente attribuito al cartone animato.
Rubik, The Amazing Cube
Sembra incredibile, ma persino per il cubo di Rubik è stata giocata la carta del “marketing animato”.
“Rubik, The Amazing Cube” viene trasmesso nel 1983 (la prima tv in Italia è del 1987) per una stagione da 13 episodi.
La storia ha come protagonisti quattro bambini, che scoprono che il loro cubo di Rubik è un essere magico dotato di poteri stupefacenti. Per questa ragione decidono di utilizzarlo per risolvere misteri e per combattere diversi antagonisti (dal mago cattivo che vuole impossessarsi del cubo a un bullo che tormenta i ragazzi).
Difficile dire quanto questo cartone animato abbia influito sulle vendite del giocattolo di riferimento ma una cosa è certa: la creatività degli autori della serie non è mancata.
Gli Orsetti del Cuore
Teneri e coccolosi, gli Orsetti del Cuore rientrano sicuramente tra i giocattoli più popolari degli anni ’80.
Nati semplicemente come personaggi disegnati per dei biglietti di auguri nel 1981, i Care Bears diventano poi anche una linea di peluche a partire dal 1983. Ognuno di essi è caratterizzato da un simbolo sulla pancia che sintetizza la loro personalità.
L’omonima serie televisiva, apprezzata anche sul suolo italico, viene trasmessa dal 1983 al 1988 ed è composta da tre speciali e quattro stagioni (con un totale di 57 episodi).
Nella lore del cartone animato, gli Orsetti del Cuore vivono in un regno di nuvole chiamato “Care-A-Lot” e collaborano insieme per fermare i malvagi Mister Bestiaccia e Professor SenzaCuore/FreddoCuore.
Indubbiamente la serie animata ha svolto un ruolo chiave nel portare in auge il brand, che continua ad esistere anche oggi con nuovi peluche e numerosi media derivativi.
Beyblade
“3,2,1… Lancio!”
Nei primi anni 2000 i bambini erano soliti gridare questa frase prima di iniziare una sfida con i loro Beyblade, le celebri trottole da combattimento ideate dall’azienda giapponese Takara Tomi.
Ogni trottola è costruita con differenti caratteristiche aerodinamiche in grado di potenziare uno dei suoi attributi (attacco, difesa e resistenza) e raffigura al centro il bit power (ossia la creatura fantastica che, simbolicamente, aumenta il suo potere).
La prima serie anime, trasmessa in Giappone nel 2001 (la prima tv in Italia è nel 2003), fa enfasi su quest’ultimo aspetto e racconta le avventure di Takao e del suo gruppo di amici, decisi ad avanzare sempre di più nel campionato nazionale di Beyblade.
Il cartone animato (adattato dall’omonimo manga di Takao Aoki) ha decretato il vero e proprio boom delle vendite di giocattoli e la diffusione a livello mondiale di competizioni con le trottole.
Insomma, una mossa di marketing decisamente azzeccata anche in questo caso.
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